mercoledì 11 maggio 2011

Ecco il terremoto a Roma!

Un uomo morto nel 1979 spaventa i romani. Raffaele Bendandi (1893-1979), noto per le sue "profezie" sui terremoti, era un "autodidatta" e la sua teoria si basa sull’idea che ci sia un diretto collegamento tra i terremoti e l'attività dei pianeti.
Sulla rete si diffonde la notizia che Bendandi avrebbe previsto un catastrofico terremoto a Roma per l'undici maggio 2011 ma la "profezia" NON è sua, negli scritti di Bendandi infatti non è mai menzionata una città specifica, non Roma e... -UDITE UDITE- non l'11 maggio.


MA UN TERREMOTO C'E' STATO!
Si, stiamo vivendo in un terremoto che sta distruggendo la nostra nazione, perché migliaia di persone, incuranti delle rassicurazioni dei media, degli scienziati e delle autorità, si sono prese un giorno di ferie e si sono recate in "un posto sicuro".
Stiamo assistendo impotenti alla demolizione dalle fondamenta della nostra nazione, del nostro stato, dell'Italia perché non c'è nazione se i cittadini non credono nelle sue istituzioni.
Quando si ricopre un ruolo di guida/autorità NON SI PUO', per interessi personali, distorce la verità, mentire spudoratamente o peggio RIBALTARE la verità!
Quando per interessi personali si controllano i "media ufficiali" e anche da questi viene RIBALTATA la verità...
quando si controllano gli istituti di ricerca e si fa sì che anche da questi viene RIBALTATA la verità...
allora, HAI DISTRUTTO UNO STATO.

In radio ho ascoltato, qualche giorno fa, un conduttore satirico che, riguardo il terremoto di Roma del 11 maggio, ha detto:
"Sentiamo cosa dice il TG1 di Minzolini, se anche il TG1 dice che il terremoto è una bufala... allora scappiamo!"
Sembra una battuta ma è il tristissimo sintomo di quanto la fiducia di noi italiani è stata distrutta.
Dopo la catastrofe del Giappone, i nostri governanti, rafforzati "dal parere tecnico" dei nostri scienziati, continuavano a dire che non vi era una emergenza nucleare. I nostri concittadini in Giappone (al contrario dei francesi) non sono stati "prelevati" ma si è recato li uno scienziato che gli ha detto che non vi era alcun rischio. Mi auguro che per nessuno di voi sia un mistero che il governo avesse interessi a sminuire l'accaduto perché avevano già da mesi cominciato una campagna mediatica per convincere noi italiani che le centrali atomiche erano LA SOLUZIONE SICURA a tutti i nostri problemi.
Quando dal capo di governo si sente dire che
i GIUDICI sono un CANCRO DA ESTIRPARE... siamo veramente alla fine!

Se avessimo un presidente della repubblica democristiano... avrebbe sciolto le camere molti mesi fa, ma lui no, perché altrimenti teme di essere accusato di essere di parte.

Oggi ripongo le mie speranze nei milanesi. Sono loro che con il voto di domenica prossima posso provocare un SALUTARE TERREMOTO POLITICO che porti alla distruzione di questo schifo di situazione. Mi rifiuto di credere che si possa avere il coraggio di votare per una coalizione di un candidato sindaco (Moratti) che dice che la sua candidatura è incompatibile con chi ha esposto i manifesti "Fuori le BR dalle procure" e poi si fa fare la campagna elettorale dal vero autore di questa frase che a furia di ripeterla l'ha fatta diventata un pensiero di molti.
Per ricostruire ci vorranno forse decenni, ma vi prego, smettiamo di scendere verso il baratro e cerchiamo la via per risalire!

FORZA MILANO!

martedì 18 gennaio 2011

GRAZIE!

Grazie, grazie, grazie,
a tutte le donne e agli uomini liberi che chiamati ad esprimere, sotto ricatto, il loro giudizio riguardante un "accordo", hanno avuto il coraggio di far vincere la loro (e la nostra!) DIGNITA'.



Grazie, grazie, grazie,
perché il 46% di voti contrari a questo ricatto che riguardava gli operai della catena, in un "referendum" dove votavano anche l'8% di colletti bianchi che avevavano tutto da guadagnare e nulla da perdere da questo "accordo", significa che la maggioranza degli operai interessati da questo ricatto hanno avuto il coraggio di dire NO!






Grazie, grazie, grazie,
perché avete dimostrato, a noi altri italiani che continuiamo a lamentarci pensando che tutti gli altri nostri concittadini siano solo dei lobotomizzati dalla TV del Cav, che esiste ancora una SOCIETA' CIVILE, che è viva e che non si piegherà.



martedì 11 gennaio 2011

Landini in TV funziona

C'è chi sorprende che Maurizio Landini in TV funzioni.



Maurizio funziona perché dice cose non solo sensate ma incontestabili!


Se i media non boicottassero la FIOM dipingendola come le nuove BR si capirebbe che ciò che dice Landini è assolutamente corretto.


Chi potrebbe considerare "giusto" un "referendum consultivo" in cui a chi vota gli si dice "se voti SI avrai aumenti mentre se voti NO chiudiamo la fabbrica".




Mi fanno ridere questi falsi (o idioti) che dicono: "ah ma i lavoratori tedeschi..."
I lavoratori tedeschi sto cacchio!

I lavoratori tedeschi prendono uno stipendio doppio rispetto ad un suo collega italiano (e il costo della vita non è affatto così diversa)!!

Sono sicuro che se ad un operaio italiano gli proponi di parificarsi in tutto (ANCHE ECONOMICAMENTE) al collega tedesco... ti farebbe subuito un monumento!

Ma soprattutto... è mai possibile che, al contrario di quanto è accaduto in germania (e in tutti i paesi civili), noi non abbiamo un governo che possa porsi come arbitro e garante di una trattativa seria e degna di questo nome ?!?!

Ecco alcuni numeri da "Il Sole 24 Ore"

Ma quanto guadagna oggi un operaio Vw? L'IG Metall di Wolfsburg ha dato al Sole 24 Ore alcuni parametri di riferimento. Un semplice addetto alla catena di montaggio porta a casa uno stipendio base di 2.756 euro lordi, pari a 19 euro all'ora sulla base di una settimana di 33 ore, gli straordinari notturni comportano una maggiorazione del 45% mentre quelli pomeridiani del 30%. Un addetto alla manutenzione dei macchinari, anche qui remunerazione base, guadagna 3.300-3.500 euro al mese. Il quartier generale di Wolfsburg impiega 55mila addetti, di cui solo 17mila direttamente nella produzione. Già con l'accordo tra impresa e sindacato del 2004 ci fu un sostanziale congelamento dei salari in cambio dell'impegno a mantenere inalterati (circa 100mila unità) gli occupati delle fabbriche tedesche fino al 2011. Non fu un assegno in bianco, ma un patto in cui Volkswagen definì con precisione contrattuale l'ammontare e la destinazione degli investimenti destinati ad alimentare l'occupazione: «Siamo riusciti a negoziare una proroga delle garanzie sui posti di lavoro fino al 2014, con nuovi impegni sugli investimenti», aggiunge Garippo.